Chef Giovanni Potenza
Lo Chef Giovanni Potenza, che si sta facendo onore in quel di New Zeland ci parla un pò di lui:
Sono Giovanni, nato a Caserta ma cresciuto per metà in Toscana. Ho iniziato a cucinare professionalmente all’età di 21 anni , prima di ciò facevo tutt’altro. Mi sono cimentato nel mondo della cucina e specialmente nella pizza per bisogno ma poi ho riscoperto quanto io amassi circondarmi di cibo. Prima di ciò cucinavo poche cosette da adolescente con mamma e papà, mi ricordo ancora la prima volta che ho fatto la pizza con papà. Avevo 13 anni. A casa avevamo il forno a legna e papà ogni settimana ci faceva la pizza ed io guardando lui mi divertivo e ci provavo sempre. Dopo la pizza pulivamo il forno aspettavamo che la temperatura scendesse ed infornavamo anche il pane, che bontà. Tutto iniziò dalla nostalgia dei prodotti napoletani giornalieri che non avevamo più, dopo essersi trasferiti in un paesino vicino Firenze in Toscana.
Poco prima di compiere 21 anni comprai i biglietti per andare in nuova Zelanda. Volevo fare un viaggio, o meglio, scappare per un pò di casa e tentare di diventare autonomo. Lasciai il lavoro che avevo in Italia e mi ritrovai in Nuova Zelanda. Precisamente a Wellington dove tutt’ora sono, alla ricerca di un lavoro, di una nuova vita, con la premessa di imparare una nuova lingua, l’inglese. Ho iniziato in un piccolo ristorante italiano in città come lavapiatti, dopo poco ci fu un imprevisto il pizzaiolo ammalato non si presentò al lavoro. Mi feci avanti a dare una mano a fare le pizze….Eh si, sia lodato quel giorno che da piccolino fui così testardo da imparare a fare le pizze con papà. Da quel momento cambiò tutto, tornai a casa distrutto dallo stress e dalla pressione della cucina, fu la mia prima volta, fu il mio battesimo da aiuto cuoco e piazzaiolo. Fui così contento e soddisfatto di essere riuscito in quell’impresa che proposi allo chef di cucina di avere la possibilità di continuare. Gli devo tutto, non ci pensò un attimo e mi mise a lavorare lì tra la sezione pizze e cucina. Passò quasi un anno, imparai molte cose, dalla pizza, alla pasta, ai dolci e tutto quello che si possa preparare in un ristorante. Ovviamente ancora oggi non smetto imparare. Dopo un pò decisi di andare via. Il mio visto stava per scadere mancava una quarantina di giorni alla partenza. Nel frattempo un amico che lavorava in un altro ristorante mi chiese se avessi voluto lavorare da lui. Serviva una mano per poco tempo perché erano in cerca di cuochi. Era un ristorante spagnolo ed il proprietario e lo chef vedendomi lavorare con impegno mi chiesero di restare, io non sapevo manco se ci fosse stata la possibilità di farlo e come farlo, il proprietario insistette e mi aiutò con tutta la documentazione da produrre all’immigrazione per poter ottenere un visto di lavoro e continuare l’avventura li in Nuova Zelanda.
Passò un altro anno dopo il quale dovetti ritornare in Italia dalla mia famiglia, loro avevano una pasticceria e rosticceria e gli serviva assolutamente una mano perché si stavano ingrandendo e non trovavo staff. Pochi mesi dopo ero così angosciato di stare in Italia, pensavo al tragitto iniziato in nuova Zelanda che mi piaceva tanto e mi mancava . Mi misi in contatto con un conoscente e gli chiesi se mi avrebbe potuto dare una mano per un lavoro li a Wellington così da poter ritornare. Così fu, iniziai a lavorare in questa pizzeria napoletana dove tutt’ora lavoro da tre anni che mi ha fatto innamorare sempre di più della pizza, pur sapendo che la cosa che veramente mi piace fare di più è proprio cucinare. In tutti questi anni non ho mai smesso di attaccarmi ai fornelli appena mi è stato possibile, sempre a cercare nuove ricette da provare, nuove tecniche da imparare, è sempre con un buon libro di cucina al mio fianco. Il mio sogno è quello un giorno di aprire un ristorante tutto mio e di diventare un grande chef. La nuova Zelanda mi ha aiutato molto ad aprire la mia mente e tuffarmi in altre cucine, qui non c’è una vera e propria cucina neozelandese ma è un mix di tutto con una forte influenza orientale. La cucina italiana in nuova Zelanda è molto indietro, molto alle prime armi, la gente qui vede come cucina italiana prevalentemente “la pasta”, basta che cucini pasta e per loro è un piatto italiano. Non hanno una propria cultura culinaria, per lo più non interessa se mangiano sano o bene, l’importante che siano porzioni abbondanti, che mangino il migliore hamburger della città o un hamburger di pessima qualità a loro poco importa l’importante che spendono poco e non muoiono di fame. Oltre a questo la nuova Zelanda è un posto meraviglioso, si vive bene è molto rilassanti, importa che sia giorno o sia notte, piova o ci sia il sole l’importante è festeggiare.